Grazie alle decisioni prese nella seduta di venerdì 20 gennaio, ampi territori del Mezzogiorno, attualmente minacciati da rischi di calamità naturali, verranno resi di nuovo pienamente disponibili e i cittadini potranno riappropriarsene.
La delibera “frane e versanti” infatti finanzierà con 679,7 milioni di euro la realizzazione di 518 interventi identificati tra il 2010 e il 2011 attraverso un processo di leale collaborazione tra le sette Regioni del sud interessate, il Ministero per l’Ambiente e il Ministero per la Coesione Territoriale. Di questi 697,7 milioni di euro, 352 saranno messi a disposizione dalle Regioni sui Programmi attuativi regionali e 262 tramite i Programmi attuativi interregionali; i restanti 83 saranno di base ministeriale.
A beneficiare degli interventi le seguenti regioni: Basilicata, Calabria, Campania (con una specifica su Giugliano, dove 26 milioni sono convogliati a servizio delle opere idrauliche, fognarie e infrastrutturali rispetto alla nuova sede Nato), Puglia, Sardegna, Molise, Sicilia, secondo le disposizioni indicate nell’allegato.
Oltre ai dati per il Mezzogiorno, i restanti 191 milioni saranno destinati ad azioni nel Centro-Nord, ai quali si aggiungono ulteriori 130 milioni provenienti da accordi stipulati con le amministrazioni regionali.
Il Cipe ha anche sbloccato 39 milioni di euro per il Fondo nazionale per la montagna per interventi di viabilità e difesa del suolo, e 15 milioni per la compensazione dei territori che ospitano centrali nucleari dismesse e impianti del ciclo combustibile nucleare.
Per il ministro dell’ambiente Clini si tratta di uno “sblocco importante che permetterà di far ripartire gli interventi previsti e bloccati per mancanza di risorse; un primo passo verso la protezione del nostro territorio nell’ambito delle priorità ambientali ed economiche”.
Dai governi regionali del Mezzogiorno espressa soddisfazione generale: l’assessore ai Lavori pubblici e alla Difesa del suolo della Regione Campania Cosenza parla del “più grande investimento per la messa in sicurezza del territorio dell’ultimo decennio”, mentre l’assessore al Territorio della Regione Sicilia Di Betta plaude al finanziamento ma sottolinea che i 12 milioni stanziati siciliani sono pochi rispetto alla situazione di rischio idrogeologico (270 comuni su 395).
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Fonte: www.geologi.info