DOXA: In che misura gli italiani ‘temono’ i rischi causati da fenomeni come alluvioni e frane? Si percepiscono più ‘esposti’ ai possibili danni di un terremoto o, per fare un esempio, a quelli di un incidente stradale?
Sono alcune delle domande alle quali ha cercato di rispondere una ricerca dedicata alla percezione dei rischi di eventi calamitosi tra gli italiani, nata con lo scopo di acquisire maggiori informazioni per migliorare le strategie di sensibilizzazione e informazione. La ricerca è stata realizzata dalla Doxa su commissione dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche (Irpi-Cnr), e nell’ambito della Convenzione finanziata dal Dipartimento della protezione civile. L’indagine è stata realizzata tra gennaio e febbraio 2013 su un campione di 3.126 persone.
La domanda principale, ovvero quale sia il rischio più percepito, la maggioranza italiani fa riferimento all’inquinamento ambientale (il 67% si sente molto o abbastanza esposto); poi i rischi causati da incidenti stradali (55%), rischio sismico(45%), alluvioni (24%), frane (17%) ed eruzione vulcanica(12%). Come prevedibile, la percezione del rischio da calamità naturale varia in base al territorio. Alla domanda “lei pensa di essere molto, abbastanza, poco o per niente esposto” al rischio sismico, le percentuali più alte arrivano da Campania (66%), Marche (65%), Emilia-Romagna (64%), Sicilia (63%), Calabria e Abruzzo (61%). La percezione di rischio molto elevato è cresciuta rispetto al 2012 in Emilia (30%, con un aumento del 19%), Calabria (33%, +6%) e Abruzzo (26%, +15%), a seguito degli ultimi eventi occorsi. Analogamente, le Regioni dove l’esposizione molto elevata è ritenuta minore sono Trentino-Alto Adige (2%), Lombardia (3%) e Sardegna (4%).
Il rischio frana, invece, è considerato molto o abbastanza elevato soprattutto in Valle d’Aosta (56%), Calabria (42%), Campania (27%) e Liguria (24%), con una percezione di rischio molto elevato aumentata in Valle d’Aosta (39%, +33%), Calabria (16%, +2%), Marche (11%, +8%), e Sardegna (10%, +6%). L’esposizione al rischio da alluvione è percepita molto o abbastanza elevata in Liguria (49%), Calabria (46%) e Valle d’Aosta (44%), con aumenti significativi per quella di rischio molto elevato in Calabria (18%, +7%) e Sardegna (14%, +7%).
Per quanto riguarda il rischio di eruzione vulcanica, infine, l’esposizione è percepita molto o abbastanza elevata soprattutto nelle due Regioni dove sono presenti vulcani attivi, ovvero in Campania (51%) e in Sicilia (30%). Il 41% degli italiani “ritiene che frane o alluvioni possano minacciare la sua incolumità”: maggiormente in Liguria (66%), Calabria (63%), Campania (54%), Valle d’Aosta (48%) e Veneto (46%), mentre la percentuale minore è degli abitanti della Lombardia (29%). In particolare, si sentono più minacciate le donne (42%) rispetto agli uomini (40%), e i giovani fino a 34 anni (45%) rispetto ai 35-54enni (42%) e agli over 54 (37%).
In particolare su frane e alluvioni, l’indagine ha cercato di mettere in luce quali siano gli elementi maggiormente percepiti come cause dagli italiani. Anche qui, è soprattutto la responsabilità “umana” ad essere additata: cattiva gestione del territorio per il 28% del campione,abusivismo edilizio (25%), abbandono del territorio (16%), cambiamenti climatici (16%) ecaratteristiche geomorfologiche del territorio (9%). Le differenze tra Regioni si avvertono anche rispondendo a questa domanda: se in Trentino-Alto Adige (45%) sono i cambiamenti climatici a essere indicati come causa principale, labusivismo edilizio è in cima alle risposte dei cittadini di Puglia (38%), Sicilia (33%), Campania (28%) e Calabria (26%).
“Se è importante conoscere dove avvengono gli eventi calamitosi e i livelli di rischio reali, è importante anche capire la percezione che la popolazione ha di tali rischi, per dare strumenti di conoscenza e consapevolezza attraverso una corretta e adeguata informazione”, spiegaFausto Guzzetti, direttore dell’Irpi-Cnr. “L’analisi indica che tale percezione è elevata e in crescita, ma non sempre in funzione del rischio reale, quanto piuttosto della sua comunicazione mediatica”.
Ulteriori elementi di analisi vengono offerti dal raffronto di questa indagine con i dati forniti dal catalogo storico degli eventi geo-idrologici di oltre un millennio, realizzato da Dipartimento della protezione civile e Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Cnr. Fra il 1960 e il 2012, periodo per il quale il catalogo è sostanzialmente completo, tutte le 20 regioni italiane hanno subito eventi fatali: 541 inondazioni in 451 località di 388 Comuni che hanno causato 1.760 vittime (762 morti, 67 dispersi, 931 feriti), e 812 frane in 747 località di 536 Comuni con 5.368 vittime (3.413 morti compresi i 1.917 dell’evento del Vajont del 1963, 14 dispersi, 1.941 feriti).
Di VINCENZO ROSSINI
Fonte: www.geologi.info